Cos’è l’osteopatia
Il termine di origine anglosassone è composto da: osteo = struttura – funzione (ossa, organi, arterie ecc.) e da phaty =
via, percorso (di guarigione).
L’ osteopatia è nata poco più di un secolo fa negli Stati Uniti. Il suo fondatore fu il dottor Andrew Taylor Still (1824/1914). Egli scoprì l’osteopatia all’età di 46 anni sulla base di un intuizione avuta a 10 anni. Il dottor Still da bambino soffriva di frequenti mal di testa ed un giorno mentre stava giocando in giardino, percepì che stava per arrivare il solito problema, si sdraiò sul prato appoggiando la testa sulla fune dell’altalena con l’idea di stare più comodo. Di colpo il mal di testa svanì; quel bambino in futuro adottò il metodo dell’altalena per combattere il suo mal di testa.
La storia
Il fondatore di questa disciplina fu Andrew Taylor Still, un medico americano che nel 1874, deluso dalla medicina tradizionale, diede il via ad un nuovo sistema di cura.
L’innovazione di tale metodologia consiste in alcuni principi cardine di cui ancora l’osteopatia si avvale:
Unità del Corpo: l’individuo è visto nella sua globalità come un sistema composto da muscoli, strutture scheletriche, organi interni che trovano il loro collegamento nei centri nervosi della colonna vertebrale. Ogni parte costituisce la persona (psiche inclusa) è dipende dalle altre e il corretto funzionamento di ognuna assicura quello dell’intera struttura, dunque, il benessere.
Relazione tra struttura e funzione: il Dr. Still concluse che l’osteopatia poteva riassumersi in un’unica frase “la struttura governa la funzione”. La perfezione della struttura è importante, se tale equilibrio è alterato ci si trova di fronte a una disfunzione osteopatica, caratterizzata da una zona corporea in cui è andata persa la corretta mobilità. L’organismo reagirà a tale disequilibrio creando delle zone di compenso e di adattamenti corporei non favorevoli al benessere generale dell’organismo.
Auto-guarigione: in osteopatia non è il terapeuta che guarisce, ma il suo ruolo è quello di eliminare gli “ostacoli” alle vie di comunicazione del corpo al fine di permettere all’organismo, sfruttando i propri fenomeni di auto-guarigione per raggiungere la guarigione. L’osteopatia mira a ristabilire l’armonia della struttura scheletrica di sostegno al fine di permettere all’organismo di poter trovare un proprio equilibrio ed un proprio benessere.
L’osteopatia è una terapia manuale, complementare alla medicina classica. Tale metodica naturale e dolce tratta le varie patologie senza utilizzare farmaci, avvalendosi di un approccio causale e non sintomatico. L’osteopatia infatti studia l’individuo nel suo complesso e non si accontenta di risolvere il sintomo, ma va alla ricerca della causa di ogni sofferenza che può trovare la sua localizzazione anche in un’altra zona corporea rispetto alla zona del dolore.
L’osteopatia, grazie proprio ai principi su cui si basa, interviene su persone di tutte le età, dal neonato all’anziano, alla donna in gravidanza. L’osteopatia si rivela efficace in diversi disturbi che spesso affliggono l’individuo impedendogli di poter condurre una vita serena.
Tali disturbi sono: cervicalgie, lombalgie, artrosi, discopatie, cefalee, dolori articolari e muscolari da traumi, alterazioni dell’equilibrio, nevralgie, insonnia, stanchezza cronica, affezioni congestizie come otiti, sinusiti, disturbi ginecologici e digestivi, tutti curabili mediante una ginnastica medica corretta e con esercizi mirati alla completa riabilitazione dell’individuo.
Le tecniche
Esistono diversi tipologie di tecniche che l’osteopata ha a propria disposizione per curare le disfunzioni del corpo umano:
Trattamento osteopatico generale: applicazioni di particolari manovre di rilasciamento delle articolazioni e dei muscoli. Ha effetti non solo meccanici, ma soprattutto biochimici, in quanto stimola il corretto scambio di fluidi all’interno delle strutture trattate.
Manipolazioni articolari: tecniche dirette che correggono le posizioni delle articolazioni secondo i loro assi di movimento. Hanno una forte influenza neurologica, oltre che puramente meccanica, in quanto favoriscono l’emissione di corretti impulsi dalle e alle terminazioni della parte trattata.
Manipolazioni viscerali: ristabiliscono la mobilità e la motilità (espressione della vitalità cellulare) di un organo. Queste tecniche consentono di stimolare l’organo verso una corretta funzione, digestiva, di assorbimento o di espulsione, sia in un ambito più meccanico sia in un ambito biochimico.
Tecniche craniali: agiscono sul movimento di congruenza fra le ossa del cranio, andando ad agire a livello osseo, nervoso, meningeo e del liquor cefalorachidiano. Con queste tecniche si agisce in particolare sulla vitalità dell’organismo, qualità fondamentale che permette agli esseri viventi di reagire con efficacia agli eventi di disturbo provenienti dall’ambiente esterno e da quello interno.