BENDAGGIO ELASTOCOMPRESSIVO

Studio San Paolo specializzato nel trattamento della
Trattamenti Bendaggio Elastocompressivo |  Sassari

 

Elastocompressione e modalità d’azione dei bendaggi (Scritto da Klarida Hoxha)

 

 

I bendaggi elastocompressivi sono di diverse tipologie e a seconda di come vengono utilizzati possono avere modalità d’azione diverse. Vediamo insieme in quest’articolo le principali funzioni e modalità di azione dei bendaggi, le tipologie di bende e le indicazioni all’uso, infine le modalità di confezionamento dei bendaggi elastici e multistrato.

Le principali funzioni dei bendaggi

I bendaggi elastocompressivi possono servire per scopi diversi e le principali funzioni per cui vengono utilizzati sono:

  • Esercizio di pressione dosata sui tessuti e sulle vene, in rapporto alla capacità che l’individuo ha di deambulare;
  • Controllo dell’edema;
  • Contrasto degli effetti negativi dell’ipertensione venosa persistente;
  • Miglioramento dell’ossigenazione e dell’apporto nutrizionale dei tessuti.

 

Modalità d’azione dei bendaggi

Il bendaggio flebologico sfrutta situazioni diverse a seconda che si voglia giovare di una “pressione di riposo” (statica) o di una “pressione di lavoro” (dinamica).

La pressione di riposo (PdR) dipende essenzialmente dall’elasticità strutturale della benda, ovvero dalla capacità di recuperare la lunghezza di base dopo l’estensione. La pressione a riposo è più elevata se si utilizzano bende a lunga elasticità che generano un importante effetto compressivo di superficie adatto appunto nella situazione di riposo ma che non riesce a contrastare l’espansione dei ventri muscolari sottostanti al momento della deambulazione.

La pressione di lavoro (PdL) dipende invece dalla validità dell’espansione di contrazione dei muscoli delle gambe. I muscoli surali sono strutture capaci di accorciarsi durante la loro attività: i ventri muscolari si gonfiano in senso latero-laterale, esercitando un’utile azione di compressione e spremitura sui vasi venosi profondi. Per ottenere un’elevata pressione di lavoro è necessario usare bende a ridotta estensibilità, in grado di contenere l’espansione e contrazione dei muscoli delle gambe.

 

Controindicazioni all’elastocompressione

Le principali controindicazioni all’elastocompressione sono:

  • Scompenso cardiaco
  • Arteriopatia cronica obliterante (ABI < 55% prudenza tra 55- 70%)
  • Paziente non autosufficiente (con gravi patologie concomitanti)
  • Malattie dermatologiche che controindicano sistemi occlusivi

Inoltre esistono patologie come le allergie ai materiali elastici, neuropatie sensitive e cisti di Baker, per le quali è necessario valutare di volta in volta se è il caso di evitare la terapia compressiva oppure di utilizzarla con una serie di accorgimenti.

 

Avvertenze importanti per l’uso di bende ad elevata elasticità e multistrato:

se il paziente dovesse avvertire una sensazione di dolore o parestesia in posizione distale rispetto al bendaggio, questo deve essere subito rimosso il bendaggio fisso può rimanere in sede fino ad un massimo di sette giorni le fasciature devono essere eseguite da personale sanitario esperto. È quindi necessaria un’adeguata formazione e addestramento nella tecnica di bendaggi è fondamentale verificare sempre che il bendaggio a gambaletto termini a un centimetro sotto la testa del perone .
in ogni caso dopo aver eseguito un bendaggio è sempre consigliabile far deambulare il paziente per venti minuti prima di congedarlo.

Bendaggio-multistrato